Irpef, via libera all'aumento

TERAMO – Il Consiglio comunale di Teramo approva oggi, con i soli voti della maggioranza l’aumento dell’aliquota Irpef che passa così dallo 0,5% allo 0,8%. Un provvedimento che ha visto la serrata opposizione della minoranza che ha ritenuto il provvedimento “gravoso” in un momento economico duro, e “privo di finalità politica” secondo Manola Di Pasquale (Pd). Esentati dal pagamento i nuclei familiari sotto i 10mila euro di reddito, a nulla è valsa la richiesta dell’emendamento da parte del Pd, di applicare l’aumento a scaglioni di reddito. Diversa la posizione di Lino Franceschini che proponeva invece di esentare tutte quelle pensioni e stipendi al di sotto dei 1400 euro mensili lorde. Contrario all’aumento dell’Irpef anche Paolo Albi che ritiene demagogico l’argomento della maggioranza “costretta a prendere questa decisione per continuare a garantire i servizi”. Si tratta di un aumento del 60% dell’aliquota – ha dichiarato Albi – piuttosto che ripararsi dietro la motivazione di voler garantire i servizi, l’amministrazione pensi a mettere ordine nella fornitura di quei servizi sociali che rappresentano carrozzoni politici”. Intanto l’assessore al Bilancio, Alfonso Di Sabatino garantisce che non ci saranno ulteriore aumenti e accoglie con sollievo l’idea del sindaco di istituire una delega ad hoc alla revisione della spesa. “Una novità che presuppone di ricostruire il bilancio su parametri completamente nuovi e rompendo la tradizione di definire le previsioni economiche sulla base delle spese sostenute in passato”. Insomma una decisione necessaria anche alla luce della manovra Monti che anticipa le incombenze che cadono sulle municipalità del federalismo fiscale e che prvede tagli ulteriori di un milione e mezzo di euro oltre i 4milioni e 4oo mila già sottratti. E proprio quel milione e mezzo di euro è la cifra che introiterà il Comune dagi aumenti dell’Irpef. Insomma operazioni col bilancino per Di sabatino che non si consola nemmeno con la reintroduzione dell’Imup (imosta municipale propria), la vecchia Ici. "Le detrazioni previste non faranno introitare all’ente somme significative, e per di più la metà delle somme tornano allo Stato. Sostanzialmente ci tocca fare gli esattori con i cittadini per conto dello Stato".